1. Importanti miglioramenti nella coltivazione del riso rivoluzionarono l’agricoltura cinese. Una migliore padronanza delle tecniche di allagamento dei campi permise una eccezionale espansione della coltivazione del riso nelle regioni meridionali. Il governo delle acque attraverso opere di ingegneria idraulica (dighe, canali di irrigazione, argini, polder, paratie) permetteva il drenaggio e l’irrigazione delle terre. Sofisticate paratie a serranda, pompe e norie (meccanismo che sollevava l’acqua impiegando una catena di secchi mossi dalla stessa corrente d’acqua che la rendeva una pompa perfettamente automatizzata) governavano il flusso d’acqua e ostacolavano l’infangamento. È stato valutato che tra il decimo e il quindicesimo secolo il numero di progetti per il governo delle acque in.Cina incrementò di sette volte, mentre la popolazione al massimo raddoppiò [Perkins 1969, 61]. Leggi di più
2. Il vecchio aratro cinese per scalfittura fu sostituito, nel sesto secolo a.C., da un aratro di ferro che rivoltava le zolle e formava i solchi. Consisteva di undici diversi pezzi, alcuni dei quali erano regolabili per ottenere la profondità del solco desiderata. Più tardi (nell’ottavo e nono secolo), questo aratro venne adattato all’uso nei campi allagati per la coltivazione di riso.
3. Seminatrici, rastrelli per sarchiatura, e l’erpice a denti lunghi vennero introdotti durante le dinastie Sung (960-1126 d.C.) e mongola (1127-1367 d.C.). L’agricoltura cinese apprese l’uso di nuovi concimi, come i rifiuti urbani, sostanze calcaree, gambi di canapa, ceneri e limo fluviale. La disinfestazione degli insetti impiegava sia agenti chimici che biologici con grande successo. Una straordinaria caratteristica dell’agricoltura cinese fu il vasto numero di trattati e manuali pratici pubblicati sulle tecnologie agricole. Gli Annali della dinastia Sui (581-617 d.C.) citano l’esistenza di otto trattati di veterinaria. Più tardi apparvero capolavori come I principi dell’allevamento e della sericoltura e l’imponente Trattato sull’agricoltura di Wang Chen (pubblicato nel 1313). Il libro di Chen conteneva 300 figure molto dettagliate, da cui era possibile ricostruire in pratica le applicazioni raffigurate.
4. I cinesi anticiparono di un millennio e mezzo, o anche di píù, gli europei nell’uso degli altoforni, il che consentì loro di ottenere il ferro fuso e di raffinare il ferro fucinato partendo dalla ghisa. La fusione del ferro era conosciuta in Cina dal 200 a.C.; in Europa arrivò per la prima volta nel tardo quattordicesimo secolo. Sebbene rimanga sconosciuta la data precisa dell’inizio della produzione di ferro fuso, non ci sono dubbi che nel Medioevo la produzione di ferro in Cina eccedeva di molto quella dell’Europa anche se calcolata su basi pro capite. Questo vantaggio si basava sui mantici a doppio effetto che utilizzavano pistoni ed erano azionati dall’energia idraulica, sul carbon fossile, sull’argilla refrattaria (per reggere a temperature molto elevate) e su una superiore conoscenza della metallurgia. Un fattore accidentale fu la tendenza dei minerali cinesi ad essere ricchi di fosforo, il che riduceva il punto di fusione del ferro e rendeva più facile ottenere il metallo fuso. La Cina anticipò l’Occidente anche nella produzione di acciaio, per la quale i cinesi impiegavano tecniche di cofusione e di ossidazione.
5. In campo tessile, il filatoio a mano apparve ín Cina e in Occidente all’incirca nello stesso periodo — nel tredicesimo secolo (probabilmente un po’ prima in Cina) — ma in Cina i progressi risultarono più rapidi e numerosi. La Cina applicò al processo di filatura una fonte di energia centralizzata per quei filati dove l’applicazione risultava relativamente semplice, come nel caso della trattura della seta e della canapa e la filatura della ramia, una fibra cinese ricavata da una pianta. Nel settore del cotone, l’applicazione di una fonte di energia centralizzata non venne risolta prima della Rivoluzione industriale; ma i cinesi erano riusciti in precedenza a sviluppare un filatoio a mano a multifusi non dissimile dal filatoio Jenny, di Hargreaves. Ben prima apparvero sofisticati congegni di tessitura: telai da disegno che tessevano complicati modelli in seta erano in uso all’epoca di Han (attorno al 200 a.C.) e furono più tardi impiegati anche per il cotone, che veniva sgranato da ginnatrici meccaniche. Entro la fine del Medioevo, sembrava che la Cina fosse pronta ad imboccare un corso sorprendentemente simile alla grande Rivoluzione industriale inglese.
6. L’adozione dell’energia idraulica in Cina fu più o meno contemporanea a quella dell’Europa. Reynolds [1983] ha dimostrato che prima del terzo secolo d.C. i cinesi impiega-vano soprattutto leve idrauliche, uno strumento primitivo, che creava un moto alterno per mezzo di un asse alla cui estremità era posizionato un paracadute sul quale arrivava dell’acqua che lo faceva così inclinare. Fin dall’ottavo secolo d.C. i cinesi impiegavano magli a leva idraulici e nel 1280 utilizzavano a pieno le ruote idrauliche verticali.
7. Per secoli si era pensato che i cinesi avessero appreso la misura del tempo dagli occidentali. Questa interpretazione fu rifiutata da Needham e dai suoi assistenti, che dimostrarono come, durante la dinastia Sung, nel decimo e undicesimo secolo, gli orologiai cinesi costruirono precisi e ingegnosi orologi ad acqua impiegando meccanismi di scappamento (sebbene il loro meccanismo di scappamento differiva da quello «verga-e foliot» che regolava gli orologi a pesi europei). Le conquiste cinesi nella misurazione del tempo raggiunsero il culmine con la costruzione del famoso orologio di Su Sung nel 1086 d.C. Si trattò probabilmente del più sofisticato orologio ad acqua mai costruito, misurava oltre 12 metri dí altezza, e mostrava non solo il tempo, ma anche un insieme impressionante di variabili astronomiche, come le posizioni lunari e quelle dei pianeti. Pur non essendo un’operazione del tutto corretta scorgere negli orologi ad acqua gli antenati degli orologi meccanici europei, questi strumenti superavano di gran lunga per la complessità meccanica, per la padronanza dei materiali e dei meccanismi e per la precisione nella misurazione quelli che l’Europa poteva offrire intorno al 1100 d.C. [Landes 1983, 17-361.
8. Le conquiste cinesi nella tecnologia marittima furono egualmente impressionanti. L’invenzione cinese del compasso (attorno al 960 d.C.) è nota a ogni studente, ma il compasso non rappresentò in ogni caso il loro unico, successo. Nella progettazione e nella costruzione di navi, i cinesi anticiparono l’Europa di molti secoli. Prima del 1400 le loro giunche che salpavano gli oceani erano molto più gran-di e adatte alla navigazione rispetto alle imbarcazioni europee’. Le navi erano a comenti appaiati (con gli assi sistemati bordo contro bordo), erano dotate di diversi alberi, e non possedevano chiglia, né dritto &poppa e di prua. Nel costruirle si impiegava una tecnica definita costruzione a paratia, che usava compartimenti a tenuta stagna per impedire alla nave in caso di falle di affondare. Needham sospetta che questa idea fosse stata ispirata dalla membrana nodale presente nei fusti di bambù [Ronan e Needham 1986, 66]. Nonostante il suo indubbio vantaggio, la tecnica non fu introdotta in Occidente prima del diciannovesimo secolo. Needham [1970, 63] conclude che le imbarcazioni cinesi erano «di costruzione molto più solida rispetto a quanto sí trovava nelle altre civiltà». Prima dello sviluppo a metà del quindicesimo secolo della caravella a tre alberi, le navi cinesi avevano anche un grado di manovrabilità che non si riscontrava altrove. Molto prima del terzo secolo d.C. le giunche erano dotate dí vele al terzo dí forma trapezoidale con attrezzatura di taglio, tali da per-mettere una navigazione controvento in maniera pressoché analoga alla vela latina in Occidente. I cinesi svilupparono molto prima che apparisse in Europa anche il timone collocato a dritta di poppa, una conquista tanto più rimarchevole in quanto le imbarcazioni cinesi non erano dotate, propriamente parlando, del dritto di poppa.
9. I cinesi scoprirono la carta, un’invenzione che impiegò píù di un millennio per raggiungere l’Occidente. L’invenzione viene tradizionalmente attribuita a Tshaí Lun, attorno al 100 d.C., ma la scienza moderna ha dimostrato che la carta era in uso diversi secoli prima [Tsuen-Hsuin 1985, 93-41]. Quello che fece Tshai Lun fu di introdurre l’uso come mate-ria prima della corteccia d’albero. La carta aveva molti usi oltre quello della scrittura: la carta durevole di alta qualità trovava sbocco nelle manifatture di abbigliamento, calzature e armature militari. Carta moneta e carta da parati erano in uso nella Cina medioevale secoli prima che in Europa, e l’uso della carta nei gabinetti cinesi era diffuso fin dal 590 d.C. [Needham 1970, 373]. Probabilmente la stampa nacque sul finire del settimo secolo’. All’inizio i cinesi impiegavano un basamento di incisione, una tecnica conosciuta come xilografia che sfruttava una tavola dí legno incisa al rovescio. Ma nel 1045 d.C. Pi Sheng inventò i caratteri mobili fabbricati in porcellana. Quelli in metallo, invece, entrarono in uso attor-no al 1240 in Corea. È ancora discusso se Gutenberg conoscesse o meno queste invenzioni: i documenti storici e la logica lo negano. Ma anche qualora gli europei avessero inventato i caratteri mobili in forma indipendente, il trionfo della tecnologia cinese rimane immutato.
10. Molti altri esempi della precocità cinese comparvero tra il 700 e il 1400 d.C. Le porcellane autentiche apparvero in Cina nell’epoca T’ang (618-906). All’inizio del quindicesimo secolo venne costruita la famosa pagoda in porcellana di Nanchino, alta nove piani (circa 80 metri), con muri esterni ricoperti della più pregiata porcellana cinese. L’industria chimica in Cina produceva lacche, esplosivi, prodotti medicinali, solfati di rame (impiegati come insetticidi) e sali metallici L’idea di attaccare una ruota alla portantina, liberandosi così del secondo portatore non sembra sia venuta in mente a nessuno in Europa prima del dodicesimo secolo, mentre in Cina le carriole erano in uso dal 232 d.C. e probabilmente ancor prima. I cinesi trivellarono profondi pozzi nel sottosuolo (oltre 900 metri) per estrarre acqua salata nella Provincia di Szechuan. Molti secoli prima Eilmer di Malmesbury, i cinesi facevano uso di alianti per voli umani. In campo militare la balestra e il trabocco facevano parte in Cina dell’equipag-giamento normale, secoli prima della loro introduzione in Occidente. I cinesi svilupparono il moderno collare attorno al 250 a.C., un invenzione che impiegò mille anni per trovare la strada dell’Europa [Needham 1965, 311-12]. Nella medicina i cinesi ottennero importanti conquiste, alcune delle quali (come l’agopuntura) sono state riconosciute pienamente in Occidente solo nel corso degli ultimi decenni. Nelle comodità quotidiane e nei passatempi della vita l’Europa deve alla Cina idee frivole ma utili come fiammiferi, ombrelli, spazzolini e carte da gioco. E la lista potrebbe continuare ancora a lungo. E con tutto questo la Cina non riuscì a diventare quello che in seguito divenne l’Europa. Oggi noi poniamo ín paral-lelo l’inizio del Rinascimento in Europa con il declino del progresso tecnologico in Cina e in definitiva con l’inizio della sua fine. L’economia cinese continuò sicuramente ad espan-dersi, ma la crescita fu in gran parte di tipo smithiano, basata su una espansione del commercio interno, sulla monetizzazione dell’economia, e sulla colonizzazione delle province meridio-nali. Diverse tecniche conosciute caddero prima in disuso e quindi definitivamente dimenticate. In altri casi inizi pro-mettenti non furono persegtiiti nelle loro piene potenzialità. I riflessi di questo fallimento sulla storia mondiale sono da considerarsi giganteschi. I cinesi che avevano a portata di mano, per così dire, il dominio del mondo, si trovarono cacciati in un angolo. «La Cina arrivò nel quattordicesimo secolo ad un soffio dall’industrializzazione» scrive Jones [1981, 160]. Eppure nel 1600 la loro arretratezza tecnologica era visibile a molti visitatori, e nel diciannovesimo secolo furono ali ‘stessi cinesi a trovare questo inaccettabile.